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La passata subacquea: come migliorarla

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Le gambe in subacquea sono considerate il quinto stile del nuoto ed è anche il più veloce. Osservando i migliori nuotatori al mondo noterai come, non solo ricercano una subacquea di 15 m dopo ogni virata, ma cercano di essere il più veloce possibile in questa fase. Innanzitutto allenare la fase subacquea è importante perché: – permette di nuotare oltre il 30% in meno nelle gare di vasca corta (25 m).  Infatti il 30% della gara potrebbe essere nuotato completamente in subacquea (sommando tutti i 15 m dopo ogni spinta) con un’enorme guadagno in termini di velocità e di performance (avresti solo il 70% di gara da nuotare). – consente di essere più veloce.  Infatti la fase di uscita dal tuffo e dalla virata sono le fasi più veloci della gara. Avere una subacquea potente vorrebbe dire mantenere questa velocità più a lungo con un prezioso guadagno in termini di secondi. – aiuta a migliorare il fitness delle gambe. Lavorare sulla subacquea ti porterà a lavorare maggiormente sulla for

Fondamentali del nuoto - La virata

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Il cambio di direzione che l'atleta deve eseguire una volta terminata la vasca prende il nome di Virata. Essa prevede in ogni caso, con differenti modalità a seconda dello stile nuotato, che l'atleta tocchi il muro, pena la squalifica. Ciò avviene anche se, durante le fasi della virata, l'atleta si appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente dal bordo della vasca, oppure se supera i 15 metri di subacquea. La virata stile-stile prevede un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo; solitamente, essa è effettuata sfruttando l'ultima bracciata per la spinta verso il basso per eseguire una sorta di capriola che termina quando i piedi sono rivolti verso il muro; la rotazione del busto per ritornare in posizione "prona" può avvenire sia durante l'esecuzione della capriola, sia durante la fase di spinta. La virata dorso-dorso prevede anch'essa semplicemente un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo. È consentito, prima dell

Fondamentali del nuoto - La partenza

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La partenza da bordo vasca viene effettuata contemporaneamente da tutti gli atleti, indicata da un ausilio sonoro controllato dal giudice di partenza. Per gli stili delfino, rana e stile libero, la partenza viene effettuata da appositi blocchi situati poco sopra il livello dell'acqua dai quali l'atleta si tuffa, esegue una subacquea di lunghezza non superiore ai 15 metri e poi emerge iniziando a nuotare. Per lo stile dorso, invece, la partenza si esegue dall'interno della vasca, aggrappandosi ad apposite maniglie posizionate sui blocchi e spingendosi con i piedi dal bordo della vasca. Le partenze dal blocco si dividono ulteriormente in due tipi: Grab start : il nuotatore è posizionato generalmente con entrambi i piedi aggrappati al bordo anteriore del blocco, il bacino è alto e le mani poggiate al centro del bordo tra le gambe, oppure si può partire anche come nel Track start. Track start : il nuotatore è posizionato con un piede sul bordo anteriore del blocco e l'

Gli allenamenti del nuoto (C1, C2 e C3)

Oggi parlerò dell'ultimo tipo di allenamento, quello C1, C2 e C3. Allenamenti di attività  anaerobiche (C1 Tolleranza al lattato, C2 Picco di lattato, C3 Esercizi di velocità .) C1- la qualità  che consente al nuotatore di mantenere, per il maggior tempo possibile, una determinata velocità  in condizione di acidosi muscolare senza riduzione di rendimento meccanico. C2-  la quantità  massima di lattato ematico che il nuotatore può accumulare. In talune esercitazioni in allenamento può essere raggiunto un accumulo di lattato superiore rispetto a quello raggiungibile nelle competizioni. C3-  Ricerca dello sviluppo della massima velocità  di spostamento in acqua attraverso il miglioamento del rendimento meccanico della nuotata e l'incremento della potenza muscolare. Parametri fisiologici B1: - frequenza cardiaca: massimale, - frequenza respiratoria: massimale, - lattacidemia: massimale e superiore al VO2 Max, - vengono bruciati zuccheri semplici. Le

Gli allenamenti del nuoto (B1, B2)

Nello scorso articolo ho parlato dell'allenamento A1 e A2, oggi parlerò del B1 e B2. Allenamenti di potenza aerobica (B1 intensità  di soglia anaerobica, B2 massimo consumo di ossigeno) Per intensità  di soglia anaerobica si intende la massima potenza aerobica ottenibile senza che il sistema lattacido entri in funzione e viene espressa come percentuale del massimo consumo di ossigeno (V02 max). Il V02 max rappresenta la massima quantità  di ossigeno che può essere assunta, trasportata ed utilizzata nell'unità  di tempo. Una buona definizione di B2 può essere "il massimo dell'allenamento aerobico sfruttando meccanismi anaerobici" Parametri fisiologici B1: - frequenza cardiaca tra i 160 e i 180 battiti al minuto. La frequenza cardiache corrispondente all'intensità  di soglia aumenta nei soggetti con l'allenamento. - incremento della frequenza respiratoria, - lattacidemia tra le 3 e le 5 mmoli/L (per lo stesso soggetto in genere è superiore di

Gli allenamenti del nuoto (A1, A2)

Oggi andrò a parlare dei vari tipi di allenamento, nel nuoto sono fondamentali e vanno cambiati e alternati per migliorare la propria prestazione (in gara e fuori gara). Prima elenco i vari tipi di allenamento, ma oggi parlerò nello specifico dell'A1 e A2. Quindi abbiamo allenamenti di capacità aerobica (quelli di cui parlerò oggi): A1 Intensità  molto moderate; A2 Intensità  inferiori a quella di soglia anaerobica. Allenamenti di potenza aerobica: B1 Intensità  intorno alla soglia anaerobica; B2 Intensità  intorno al massimo consumo di ossigeno (V02 max). Allenamenti lattacidi (o anaerobici): C1 Tolleranza al lattato; C2 Picco di lattato; C3 Esercizi di velocità . Ritmi di gara: D Andature ai ritmi di gara. Allenamenti di capacità  aerobica (A1, A2). Per resistenza aerobica si intende quella capacità  che consente ad un nuotatore di mantenere, il più a lungo possibile, una certa velocità  di base nel campo aerobico. Parametri fisiologici (validi p

Nuoto, uno stile di vita

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Allenamenti che non hanno mai fine, centinaia di vasche ripetendo gli stessi identici movimenti, l'acqua gelida (soprattutto in inverno), la sveglia presto la mattina, le orecchie tappate ... da molti (forse troppi) questo può essere considerato uno sport odioso e noioso. Ma allora: perché noi nuotatori nuotiamo? Perché amiamo il nuoto?  E' una domanda difficile, è un po' come chiedere: perché gli uccelli volano? o perché respiriamo? Risponderei: "perché sì, perché non possiamo farne a meno", ma la realtà è un altra: la verità nuda e cruda è che noi il nuoto lo odiamo, ma lo odiamo così tanto da amarlo.  Odiamo il dover entrare nell'acqua gelida coperti solamente da un costume e una cuffia, ma una volta che ci siamo dentro la piscina clorata ci sentiamo a casa, odiamo le goccioline di acqua che entrano negli occhialini dopo il tuffo, ma quando capita che questo non succede sentiamo che qualcosa ci manca, odiamo di dover sempre andare ad allenamento, ma la sens